Rivestire tutti i tetti di pannelli fotovoltaici o realizzare tanti impianti ad energia rinnovabile gestiti dagli stessi consumatori, le cosiddette Comunità di energia rinnovabile. Sarà questo il nostro futuro.
Infatti nel 2025 scatterà l’obbligo, per gli edifici di superficie superiore a 250 mq che siano pubblici o commerciali, di dotarsi di impianto fotovoltaico sul tetto. Per gli edifici privati questo obbligo partirà dal 2030.
Sfruttando gli incentivi per gli impianti di trasformazione dell’energia solare in elettrica, sotto forma di ecobonus e bonus fotovoltaico, potrebbe essere giunto il momento per creare tante comunità energetiche.
Le comunità di energia rinnovabile
Le Comunità Energia Rinnovabile sono insiemi di almeno due soggetti presenti su un territorio limitato che attingono alla stessa fonte di energia rinnovabile.
I soggetti coinvolti possono essere comuni, aziende, associazioni di quartiere, condomini o singole famiglie. Si tratta di enti e/o persone che producono l’energia in proprio in modo compartecipato. Gli impianti possono essere di proprietà (come nel caso di due o più condomini) o noleggiati da un investitore che lo realizza e mette a disposizione della CER (come per le associazioni fra comuni, medie imprese, etc).
Le CER sono diffuse in vari stati europei. In Italia costituiscono soggetti giuridici fondati sulla partecipazione aperta e volontaria. Sono autonomi e controllati da membri o azionisti collocati nelle vicinanze degli impianti di produzione realizzati o posseduti dal soggetto in questione. Il loro obiettivo principale è fornire benefici ambientali (meno inquinamento), economici o sociali ai propri membri.
Vendere l’energia in eccesso al gestore di servizi
E’ prevista la possibilità di cedere energia al Gestore dei servizi energetici con il meccanismo del “ritiro dedicato”. Per coloro che partecipano alle CER, il GSE eroga infatti il corrispettivo per la vendita dell’energia nella misura in cui essa sia prodotta e immessa in rete.
La realizzazione di una comunità energetica favorisce anche l’allacciamento alla rete, che per i piccoli produttori (ad es villette) è oggi complicato. Infatti l’attuale conformazione della rete di distribuzione dell’energia elettrica è ad albero e non a maglia ed è monodirezionale. Inoltre l’autoproduzione con cessione al gestore elettrico dell’energia in eccesso prevede l’installazione per ogni singolo impianto di contatori bidirezionali.
E’ evidente che avere come controparte meno soggetti ma più grandi permette al GSE di ridurre l’impegno e le spese d’impianto che si avrebbero con una autoproduzione più frammentata.
Molti incentivi e pochi oneri
Possono usufruire del Superbonus condomini e unità immobiliari residenziali non di lusso e non storici. Sono ovviamente necessari interventi trainanti.
Alla parte di spesa fino alla potenza massima di 20 kW spetta il Superbonus fino a euro 48.000. Per la parte di spesa corrispondente alla potenza eccedente 20 kW (fino a 200 kW) spetta il “bonus fotovoltaico”, nel limite di euro 96.000. La detrazione del 50% per le ristrutturazioni spetta indipendentemente dalla fruizione del superbonus.
Il superbonus si applica anche alle CER costituite in forma di enti non commerciali ma è subordinato alla cessione in favore del Gestore dei servizi energetici dell’energia non autoconsumata e non è cumulabile con altri incentivi pubblici o altre forme di agevolazione.
Nel realizzare una comunità energetica va posta attenzione anche agli aspetti fiscali, catastali e relativi all’IMU. Quest’ultima segue le sorti dell’immobile cui è associato l’impianto (ovvero non è dovuta se prima casa).
(© AAC Srl) autore R.G.
2 commenti
Energia ecosostenibile con l’accumulatore a sabbia - AAC Srl · Agosto 1, 2022 alle 8:18 am
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AI: ONU chiede regole e benefici universali - AAC Srl · Luglio 10, 2023 alle 4:27 am
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