Il grande squalo bianco, anche chiamato carcarodonte (dal suo nome latino, Carcharodon carcharias), è un pesce cartilagineo (classe dei condroitti) generalmente lungo 4-5 metri. È famoso per essere un possente predatore, capace di percepire l’odore di sangue a distanza di chilometri. In effetti, è un abile cacciatore, che si nutre soprattutto di mammiferi marini (mentre Homo sapiens ne resta vittima molto raramente). Ma la sua caratteristica più particolare può salvare milioni di vite: la sua pelle, che ha proprietà antimicrobiche, ha ispirato la realizzazione di superfici antibatteriche.
La pelle dello squalo bianco è dotata di denticoli con pieghe e scanalature. Queste garantiscono pochissimo attrito, rendendolo molto idrodinamico e quindi più veloce negli spostamenti, ma hanno anche un ruolo antimicrobico perché la forma e la distanza di queste scanalature impedisce ai microrganismi di aderire a sufficienza da proliferare.
Superfici antibatteriche ispirate alla pelle dello squalo
Le tecnologie ispirate ai denticoli degli squali hanno micropattern che ne riproducono la superficie. In tal modo, inibiscono la crescita batterica senza la necessità di antibiotici, che possono portare allo sviluppo di antibiotico-resistenza, la capacità dei batteri di sopravvivere agli antibiotici e quindi di causare infezioni molto gravi, finanche non curabili. Queste tecnologie sono usate per device medicali, sale operatorie, veicoli marini, ma anche corrimano e altri oggetti che sono toccati dalle persone giornalmente.
Un’altra innovazione con lo stesso ruolo sono i nanocoating: materiali che includono nanoparticelle d’oro, argento, rame e altri elementi con proprietà antivirali applicate a molteplici materiali, tra cui cotone, plastica e vetro.
Fonte: webinar di BioPills, “La natura che affascina: biomimesi, sostenibilità e innovazione“.
(© AAC Srl)
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