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Tecnostorie

Storia degli automi 4

Intorno al 1855 le fabbriche francesi e tedesche di porcellana avevano cominciato a costruire teste di bambole molto eleganti di cui si avvalsero i costruttori di automi: nacque così tutta una serie di signore, elegantemente vestite, che si facevano aria o si incipriavano il naso, ragazzi che suonavano il piano, tate che spingevano la carrozzina col bambino.

Molta attenzione veniva dedicata alla realizzazione dei visi degli automi, che erano particolarmente curati in ogni dettaglio, mentre i loro corpi erano solamente abbozzati.

I costruttori francesi di automi erano grandemente apprezzati per la bellezza ed eleganza dei loro lavori: gli esemplari più rafrinati ed interessanti venivano eseguiti singolarmente o, al massimo, in numero di 10 o 20.

Soltanto i pezzi più semplici ed economici, quindi più commerciali, venivano prodotti in gran numero. Leopold Lambert fu uno dei pochi artisti a riprodurre più volte alcune delle sue creazioni fino a quando cominciò ad utilizzare bellissime teste di porcellana, fatte spesso da Jumeau, che oggi sono molto ricercate dai collezionisti e che riescono a spuntare prezzi altissimi.

Un'ampia linea di automi fu creata da Vichy, ditta fondata nel 1860 da Antoine Michel, Henry e Gustave Pierre Vichy. In generale i prodotti di Vichy erano più artistici di quelli di Lambert e le teste, normalmente di cartapesta , erano più caratteristiche.

Tra il 1845 e il 1872 Alexandre Nicolas Théroude registrò una ventina di brevetti che riguardavano automi costituiti da animali, gruppi di musicisti e varie bambole.

Le scimmie, abbigliate in eleganti costumi di satin, furono il soggetto preferito da J. Phalibois, che nella sua fabbrica di Parigi si era specializzato nella realizzazione di complessi gruppi meccanici protetti da una campana di vetro.

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