Storia
degli automi
Se
si dovesse fare una hit parade tra i giocattoli da collezione,
non c'è dubbio che il primo posto spetterebbe di diritto
agli automi: il grandissimo e costante successo che hanno
ottenuto tra i collezionisti, per i quali sono diventati
i pezzi più ricercati, ha avuto come diretta conseguenza
il loro rapido aumento di valore.
Che si meritino tanto interesse, d'altra parte, non deve
stupire: non solo si tratta di pezzi molto belli, ma nella
maggior parte dei casi, e specialmente quando imitano
i movimenti umani o degli animali, si tratta di giocattoli
fatti singolarmente non essendo possibile in questo campo
una produzione di massa.
Ogni
figura poi veniva meticolosamente decorata e accuratamente
abbigliata, dal momento che questi pezzi erano realizzati
per un preciso mercato, costituito più dagli adulti delle
classi abbienti che dai bambini.
Il
periodo di grande sviluppo degli automi fu tra il 1880
e il 1920, quando i costruttori tedeschi, francesi e svizzeri
ne esportarono in tutto il mondo una grande quantità.
Se
i tedeschi privilegiavano l'economia e la semplicità,
i francesi diedero grandissima importanza ai meccanismi
complicati, agli abiti stravaganti ed agli accessori.
Gli
automi più belli furono però realizzati vicino a Parigi,
principalmente nella seconda metà dell'800, da veri artisti
come Decamps, Lambert, Vichy.
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