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Tecnostorie - Fantascienza

Cyborg

Il termine "robot"designa un automa vagamente antropomorfo con superficie metallica; ma se l'automa è ricoperto da una "pelle" molto simile a quella umana, si parla di un "androide"; infine se il robot è piuttosto un uomo creato in laboratorio si chiama "replicante".

Il "cyborg" (cybernetic organism) è quasi sempre di aspetto identico all'uomo. Nel nuovo millennio saremo tutti cyborg: gli individui, a conclusione di un processo in parte già iniziato, diventeranno un ibrido tra macchina e organismo.

Quando la realtà virtuale si sovrappone alla realtà concreta, l'uomo è già mutato e inoltre ogni aumento di tecnologia "innestata" nel corpo corrisponde a una perdita di umanità.

I primi uomini artificiali erano animati da forze soprannaturali, per esempio il Golem delle leggende ebraiche è una figura in creta a grandezza naturale, che prende vita grazie a una formula magica. Il cinema ha offerto una grande quantità di bambole, marionette statue, che si muovono e camminano.

Victor Frankenstein crea un mostro con pezzi di cadaveri, che è ben diverso dagli uomini artificiali e meccanici di cui ci stiamo occupando. Dopo le creature mosse da "meccanismi" si arriva all'era dell'elettricità: i robot, gli automi, fino ai replicanti, sono mossi dall'energia elettrica.

La parola "robot" viene da un termine slavo che significa lavoratore, mentre da noi simboleggia la rivolta dei lavoratori della prima parte del secolo. Fin dal 1921 il pericolo è che i robot si ribellino contro chi li ha creati. Nei film sui robot e i cyborg la minaccia è costruita dall'uomo stesso.

Il vero e proprio robot al cinema è stato un trionfo di metallo, una creatura fatta di ferro e acciaio, una vera macchina, anche esteriormente. Il robot metallico stava facendo il suo tempo già negli anni Ottanta e si avviava a diventare quasi ridicolo; per fare paura aveva bisogno di rivestire la sua corazza di ferro con una pelle che lo facesse apparire umano.

Da semplice robot doveva diventare cyborg.


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