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Tecnostorie - Fantascienza

Suddivisione dei robot secondo Asimov

ROBOT NON UMANI

Robot che possono avere forma di scatola, di automobile, di cane, in ogni caso non umana. In tutte le storie che parlano di robot non umani è chiaramente in evidenza l'idea del "robot stile patetico". In uno dei protagonisti, Sally, non c'è praticamente traccia delle Tre Leggi, e vi è più di un accenno al concetto di "robot come minaccia".

ROBOT IMMOBILI

Asimov, nella sua lunga carriera, ha scritto sia storie di robot, sia storie di computer. In tale categoria rientrano ad esempio Robbie, Meccanismo di fuga e Il conflitto evitabile. D'altronde non sempre è facile stabilire la linea di demarcazione tra robot e computer. Il robot per certi versi non è che un computer mobile, e il computer, viceversa, non è che un robot immobile.

ROBOT DI METALLO

II robot che si trova nelle storie di fantascienza tradizionali è di metallo. La maggior parte delle macchine sono di metallo, e per la verità sono di metallo anche i robot industriali della realtà. Tuttavia il Golem, famoso robot della leggenda creato nel medioevo da Rabbi Low di Praga, era d'argilla. A questo gruppo di racconti appartiene Robbie, il primo racconto di robot, ed è compreso anche Straniero in paradiso.

ROBOT UMANOIDI

Nella letteratura fantascientifica non è infrequente trovare robot che sono, almeno esteriormente, di carne (sebbene sintetica) e che, nel migliore dei casi, appaiono indistinguibili dagli esseri umani. A volte questi robot umanoidi sono definiti "androidi" (una parola che deriva dal greco e che significa "simili all'uomo"), e ad alcuni scrittori questa sottile distinzione preme molto. Ad Asimov invece no. Per Asimov un robot è sempre un robot. È vero però che in R.U.R., il dramma che Karel Capek pubblicò nel 1920 impiegandovi per la prima volta il termine "robot", tale termine non era usato in senso letterale. Gli automi costruiti dalla Rossum 's Universal Robots (la R.U.R. del titolo) erano infatti androidi. Uno dei tre racconti di questa sezione, Se saremo uniti, è l'unico del libro in cui i robot in realtà non appaiono, mentre Immagine speculare è in certo modo il seguito dei romanzi Abissi d'acciaio e Il sole nudo, anch'essi incentrati sul tema dei robot.


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