Dai, chippati anche tu
Li
hanno soprannominati “I Chipsons”. Sono una famiglia che
ha scelto di impantarsi sottopelle un chip connesso a
un computer. Per monitorare quotidianamente la loro salute.
E impedire i rapimenti
Derek Jakobs, sua madre Leslie e suo padre Jeffrey potrebbero
essere ricordati come i Chipsons. Sono loro infatti la
prima famiglia americana selezionata per testare VeriChip,
un piccolo dispositivo a uso medico che viene impiantato
sottopelle.
L’esperimento
attende soltanto il via libera della Food and Drug Administration
– previsto per l’estate – e allora i Jakobs potrebbero
diventare ufficialmente i capostipiti di una generazione
di esseri umani collegati a un computer. In una parola:
i primi cyborg.
A
loro verrà impiantato sotto la pelle del braccio sinistro
un microchip che contiene alcuni chilobyte di memoria
di silicio e una sottile radiotrasmittente e che funzionerà
come un dispositivo di identificazione medica. Keith Bolton,
vice presidente dell’Applied Digital Solutions, la società
americana che ha realizzato Verichip, non li ha scelti
a caso: Derek è allergico agli antibiotici comuni, mentre
l’organismo di Jeffrey è provato da anni di cure contro
il morbo di Hodgkin. Grazie a VeriChip, un medico dotato
di un computer simile a un palmare potrà sempre tenere
sottocontrollo la loro cartella clinica.
Basterà
un’operazione molto semplice per inserire il microchip:
un’iniezione praticata in anestesia locale e, in sette
secondi, si sarà connessi con il sistema di rilevazione
medica. Non solo, perché VeriChip è invisibile e sicuro,
parola di Bolton che lo definisce “assolutamente biocompatibile”.
Applied
Digital Solutions – che nel frattempo ha anche registrato
lo slogan pubblicitario “Get Chipped!”, letteralmente
“Chippati anche tu” - ha grandi progetti per questo minuscolo
dispositivo. Nei prossimi anni, infatti, vuole incorporare
degli speciali sensori per leggere il battito cardiaco,
la temperatura e misurare la glicemia.
Oltre
al settore medico, anche la sicurezza potrebbe trovare
in VeriChip un potente alleato. Basterebbe collegarlo
a un ricevitore satellitare per poter localizzare le persone.
E così ispirandosi a Digital Angel, un altro gioiellino
hi–tech che utilizza le trasmissioni via satellite realizzato
dalla società americana, gli ingegneri della Applied Digital
Solutions stanno cercando di ridurne le dimensioni per
poterlo impiantare nel corpo umano.
VeriChip così potrebbe essere utilizzato come antifurto
e come una sorta di patente anti-contraffazioni. Mentre
si attende l’approvazione della Food and Drug Administration
per iniziare l’esperimento sui Jakobs, VeriChip sta battendo
nuove strade.
Circa
un mese fa la casa madre ha firmato un accordo per distribuire
il dispositivo anche in Brasile dove i rapimenti sono
in continuo aumento: il governo spera infatti che impiantare
il chip nelle persone considerate ad alto rischio possa
servire a ritrovarle.
E
se molti restano scettici davanti a questo tipo di progetti,
Bolton sostiene che «è giusto che la tecnologia si muova
più velocemente delle leggi». Il vero entusiasta però
è Jeffrey Jakobs: «Non dobbiamo temere il Grande Fratello:
noi ci sentiamo parte di un’evoluzione dell’umanità, non
solo di una nuova tecnologia».
di
Paola Coppola, da L'Espresso
del 21.03.2002